venerdì 13 febbraio 2015

La sfida a Maria Cecilia Guerra

La denuncia di una mamma: "Il nuovo Isee ci avrebbe considerati falsi invalidi"

Chiara Bonanno, promotrice del ricorso al Tar, replica alle dichiarazioni di Cecilia Guerra. “Viviamo solo della doppia indennità di mio figlio e a metà mese i soldi sono finiti. Col nuovo Isee, avremmo perso anche il supporto della Caritas. Venga a verificare, poi chieda scusa”

13 febbraio 2015 - 11:40
ROMA – “Con il nuovo Isee, io e mio figlio saremmo diventati ricchi. Avrei perso anche il supporto della Caritas, che oggi mi passa gli aiuti alimentari e le medicine. Col vecchio Isee eravamo a reddito zero, mentre il nuovo avrebbe conteggiato la doppia indennità di mio figlio, come invalido civile e cieco, e ci avrebbe escluso anche dalle franchigie”. Chiara Bonanno, mamma di un ragazzo di 19 anni gravemente disabile, vedova e “caregiver a tempo pieno”, perché ha dovuto lasciare il lavoro, si sente “schiaffeggiata dalle dichiarazioni di Maria Cecilia Guerra sulla sentenza del Tar che ha bocciato il nuovo Isee. La senatrice ci considera praticamente evasori. Ho l’incubo dei titoli che sarebbero usciti sui giornali: ‘Il nuovo Isee smaschera migliaia di falsi invalidi’. E tra quelli, ci sarebbe stato mio figlio, colpevole solo di essere più grave degli altri”. 
Il nuovo Isee insomma, secondo Bonanno, non avrebbe affatto salvaguardato “i più poveri e i più gravi ,come pretende la senatrice Guerra. Io sfido pubblicamente questa signora ad attivare tutte le possibili verifiche sulla mia condizione e su quella di mio figlio – propone Bonanno – Ricorra pure alla Finanza, a Equitalia, e a tutte le Forze Speciali di Polizia nazionali ed internazionali, per controliare nei dettagli se mio figlio (con pluridisabilità allettato, con insufficienza respiratoria, alimentazione artificiale e dolori cronici continui e devastanti) non sia abbastanza ‘grave’ per i parametri del ‘suo’ nuovo Isee e, quindi debba compartecipare alla già risicata spesa assistenziale che lo Stato gli eroga. E poi – aggiunge - deve verificare se mio figlio ed io, che ho dovuto lasciare il lavoro per assisterlo, che sono vedova e non ho alcun supporto parentale, che non possiedo nulla e fatico a pagare perfino l'affitto agevolato di una casa popolare inaccessibile, che impedisce a mio figlio di vedere la luce da 4 anni, che sono stata costretta a chiedere aiuto alla Caritas per poter comprare le medicine per il dolore di mio figlio e potermi alimentare le ultime settimane del mese, non sono abbastanza ‘povera’ per i parametri decretati dal nuovo Isee”. 
Di fatto, la vita di Bonanno e di suo figlio sarebbe molto cambiata con il nuovo Isee: “Già viviamo miseramente, di carità, reclusi in casa, con un affitto che non riesco più a pagare, sebbene sia molto basso. Mio figlio da 4 anni non riesce a vedere la luce del sole, perché la sua carrozzina non passa attraverso la portafinestra che lo porterebbe almeno in balcone. I soldi che abbiamo sono solo quelli delle sue indennità, ma a metà mese sono già finiti. Eppure, con il nuovo Isee, saremmo risultati più ricchi di altri, saremmo stati esclusi dalle franchigie, il nostro affitto sarebbe aumentato avremmo perso il diritto perfino al supporto della Caritas, perché anche lì mi hanno chiesto l’Isee, per verificare se fossi davvero bisognosa”. 
Ora, quindi, Bonanno lancia la sfida: “chiedo pubblicamente alla signora Guerra di provare che mio figlio ed io siamo in realtà dei ‘falsi poveri’ e quindi non ci meritiamo il supporto dello Stato. Se però, dopo tutti questi controlli, risultasse evidente alla Guerra ciò che è evidente per tutti, ovvero che mio figlio ha una disabilità gravissima e che la nostra famiglia è veramente povera tra i poveri, a quel punto io esigo che venga da mio figlio a scusarsi pubblicamente in rappresentanza di tutte quelle famiglie che come me sono state pesantemente offese da una legge che perfino una sentenza ha dimostrato essere irragionevole e manifestatamente ingiusta! Sono disposta a sottopormi a qualsiasi verifica – precisa Bonanno - anche perché sono già continuamente sotto controllo: del giudice tutelare, della asl ecc. Le persone con una disabilità molto grave in casa sono le più controllate in assoluto. Questa sentenza è fantastica – conclude Bonanno – perché dimostra che in Italia la giustizia ancora esiste e è capace di smascherare leggi sbagliate come questa”. (cl) 
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